Verdi Imperial Stout Black Jack del Birrificio del Ducato, bottiglia n. 463 invecchiata per sei mesi nelle botti di Islay 1982: che meraviglia (così, senza troppi fronzoli).
Ci troviamo di fronte ad una birra artigianale importante, di 10% vol. alc, caratterizzata già da quando viene versata da un affluvio di sentori e di percezioni che affascinano. Schiuma cremosa, seppur non persistente, di color cappuccino scuro. Birra nera, impenetrabile. Naso alcolico, con un nettissimo sentore torbato dovuto alla botte in cui è invecchiata la birra. Si percepiscono sentori di legno, di liquore di liquirizia, di cuoio, un ricordo balsamico, e fatta riscaldare ulteriormente note caramellate. L’aroma è intenso, persistente, complesso, ma non invadente. In bocca l’ingresso è elegante ma deciso, con una bella sensazione morbida che viene però subito bilanciata dalla parte torbata e dall’alcolicità. Sentori di tostato riempiono la bocca, accompagnati da un calore decisamente equilibrato e piacevole. Corpo notevole e generoso. Particolare l’astringenza su lingua e palato, che però non infastidisce, soprattutto perché prepara alla chiusura del sorso, in cui torna la bilanciata morbidezza che lascia la bocca pronta ad un nuovo sorso e pulita. Il retrogusto, persistente ed intenso anch’esso, ci regala sensazioni caramellate e di caffè, con una simpatica ed elegante nota di sherry.
L’equilibrio delle sensazioni colpisce di questa birra, nonostante la sua complessità nelle sensazioni gusto-olfattive. Meritatamente, una delle migliori birre artigianali degustate negli ultimi anni. Da non far mancare nelle proprie cantine…e da consumare con gran piacere e senza lesinare.