Carne sostenibile, un trend importante: cosa sapere a riguardo

La carne sostenibile è la risposta alla crescente domanda di alimenti di origine animale al fine di preservare l’ambiente. La produzione di carne, uova e latte è cresciuta rapidamente negli ultimi anni, tanto che oggi quasi un terzo (30,6%) della dieta globale proviene da fonti animali. 

Il settore agricolo alimentare svolge inoltre un ruolo importante nell’economia: è uno dei maggiori datori di lavoro a livello globale e fornisce una serie di servizi ad alto valore aggiunto che sostengono le comunità rurali. 

L’impatto ambientale dell’allevamento intensivo desta preoccupazione, in particolare per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra, il cambiamento di destinazione d’uso dei terreni, l’utilizzo dell’acqua e le emissioni di protossido di azoto dovute all’uso di fertilizzanti.

 L’evoluzione delle diete e la crescente domanda di nuovi prodotti stanno stimolando l’innovazione in questo settore. L’Ejendu, la carne francese sostenibile è un tipo di carne scottona che proviene dalla regione della Bretagna. La sua produzione è parte del tessuto agricolo locale, in cui l’allevamento ne è la parte più importante. 

Per questo l’approccio alla distribuzione è stato realizzato in ottica di soddisfare non solo la sostenibilità della materia prima ma anche l’esigenza dei ristoratori e dei reparti legati alla catena alimentare. 

Il prodotto finale è un incontro tra questi due valori: una carne tenera, porzionata per non essere sprecata e messa a disposizione in base alle richieste dei professionisti che aderiscono e sostengono il programma di allevamento.

L’impatto ambientale degli allevamenti intensivi: emissioni di gas serra e deforestazione

L’allevamento di bestiame è la maggiore fonte di emissioni di gas serra in agricoltura, con circa il 9% delle emissioni totali di gas serra a livello globale, mentre gli altri prodotti agricoli contribuiscono solo per il 3%. Questo perché gli animali emettono metano, 28 volte più potente dell’anidride carbonica, durante la digestione del cibo. 

La crescente domanda di carne e prodotti lattiero-caseari è destinata ad aumentare le emissioni di metano da parte del bestiame. Una delle ragioni principali per cui il metano è una minaccia per il nostro ambiente è che reagisce con altri gas nell’atmosfera per produrre CO2 e vapore acqueo. 

Quando questo avviene in alte concentrazioni, può causare il riscaldamento globale. È anche importante notare che il metano non rimane nell’atmosfera per molto tempo; la sua vita atmosferica è di circa 12 anni, il che significa che abbiamo meno tempo per rispondere ai suoi effetti sul cambiamento climatico

La maggior parte delle emissioni di metano proviene dalla produzione e dall’uso di combustibili fossili, come il petrolio e il carbone. Le altre cause sono, come abbiamo visto, la digestione del bestiame, la coltivazione del riso e le perdite di gas naturale.

La produzione di bestiame contribuisce alla deforestazione, soprattutto in America Latina e nel Sud-Est asiatico. In America centrale e meridionale, la maggior parte della deforestazione è dovuta all’espansione dei pascoli per il bestiame e alla soia, che è uno dei principali ingredienti per l’alimentazione del bestiame. 

Nel Sud-est asiatico, il principale fattore trainante è la crescente domanda di legname e prodotti in legno, nonché di palma da olio, utilizzata per produrre oli commestibili e, ancora una volta,  uno dei principali ingredienti per l’alimentazione del bestiame.

Il consumo di carne sostenibile per combattere la siccità e l’uso di fertilizzanti sintetici

La maggior parte dell’acqua utilizzata negli allevamenti intensivi è destinata alla coltivazione dei mangimi. Negli Stati Uniti, circa il 90% dell’acqua utilizzata per l’allevamento è destinata alla produzione di mangimi. A livello globale, le colture foraggere rappresentano circa il 70% di tutta l’acqua utilizzata nella produzione zootecnica.

Al problema di siccità sempre più impellente si associa la questione ambientale riferita all’uso dei fertilizzanti sintetici, un processo che attiva il protossido di azoto, un potente gas serra. Gli allevamenti di bestiame su larga scala dipendono spesso da fertilizzanti sintetici per la produzione di mangimi, il che aumenta le emissioni di protossido di azoto e di altri gas.

La produzione sostenibile di carne mira a ridurre al minimo questi impatti mitigando l’impatto del bestiame sull’ambiente. I produttori su piccola scala spesso utilizzano pratiche più efficienti, come il pascolo a rotazione e metodi a basso input come l’agricoltura no-till. 

Inoltre, si concentrano su razze di alta qualità, adatte al loro ambiente specifico. Questo approccio ha il potenziale di produrre carne più sana e sostenibile rispetto ai metodi convenzionali. Gli animali allevati per la carne devono avere accesso a mangimi nutrienti, acqua pulita e a una condizione di vita dignitosa. 
Inoltre, gli agricoltori dovrebbero ridurre al minimo l’uso di pesticidi e fertilizzanti e assicurarsi di utilizzare fonti di energia rinnovabili come pannelli solari o turbine eoliche. Riducendo al minimo gli impatti negativi dell’allevamento sull’ambiente, i produttori di carne sostenibile contribuiscono a garantire un futuro sano sia per le persone che per gli animali.

gnammm

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