Dopo i riuscitissimi “Aspettando Radici” tra Campania, Calabria e Sicilia è in dirittura d’arrivo l’evento madre di questi appuntamenti: Radici Del Sud 2014.
Dal 4 al 9 giugno in Puglia, presso Masseria Caselli a Carovigno, il festival dei dei vini autoctoni del Mezzogiorno sarà alla sua IX edizione ed è pronto ad ospitare wine expert da tutto il mondo.
Quest’anno la macchina organizzatrice riesce non solo a consolidare, ma perfino ad ampliare i numeri delle precedenti edizioni: 170 cantine con 350 vini in concorso, 100 cantine con i propri banchi di assaggio al Salone aperto al pubblico, 7 chef pugliesi, 35 ospiti da tutto il mondo.
Con questi numeri, credo anche che non passi inosservato da parte di produttori e istituzioni quanto eventi di un certo respiro e professionalmente pensati siano una degna cornice per un nobile prodotto, ma anche riescano allo stesso tempo a rappresentare una porzione di filiera che va dalla vite al vino, dalla gastronomia all’ospitalità, mostrando un territorio godibile e fruibile, interessante e didattico a italiani e stranieri, e facendo diventare lo stesso territorio attore ed attrattore.
E mentre si contano sulle dita di una sola mano eventi enologici lontani dalle piazze e lontanissimi dalle sagre dove il vino viene mortificato diventando semplicemente bianco o rosso, Masseria Caselli a Carovigno (BR) ritorna ad essere anche quest’anno l’ideale location di questo evento, rappresentando qualitativamente – agli occhi stranieri e non – l’ospitalità pugliese, e permettendo logisticamente un tranquillo e migliore focus sul prodotto e i produttori da parte degli ospiti e appassionati, buyer e giornalisti, che nei sei giorni di appuntamenti avranno la possibilità di osservare, parlare, degustare e approfondire.
Ma non ci sarebbe Radici del Sud senza la ormai rodata fiducia data dagli stessi produttori. L’edizione 2014, infatti, vede perpetuarsi lo splendido rapporto con la Sicilia, la Calabria, la Campania, la Basilicata e la Puglia, per un totale di 170 cantine partecipanti, che avranno modo di confrontarsi con buyers e wine writer esteri, sempre nuovi e provenienti da tutto il mondo, invitati dal patron dell’evento, Nicola Campanile, che così ad ogni edizione suggerisce sottovoce nuove esplorazioni, nuovi mercati, nuove prospettive.
Le giurie, le due giurie formate da esperti/wine-writer/buyers del settore italiani e stranieri, oltre a valutare i vini in concorso, diventano cassa di risonanza per la vinicoltura del Sud, grazie al confronto tra i local e gli internazionali, gli educational in cantine, le degustazioni guidate, che arricchiscono la conoscenza e l’approfondimenti sugli autoctoni del Mezzogiorno.
Dopo cinque giorni di BtoB (5 sessioni), di Concorso (5 sessioni), lunedì 9 Giugno dalle ore 11, Radici del Sud aprirà le porte agli appassionati, con banchi di assaggio dedicati alle cantine. Sarà possibile accedere al Salone dei vini autoctoni dalle 11 alle 20.
Durante la giornata si svolgerà alle ore 18.00 il convegno “L’economia vitivinicola al Sud al tempo della crisi”, alle 19.30 la premiazione dei vini vincitori.
Alle ore 21.00 il cibo, come è giusto che sia, avrà un momento di rilievo e sicuramente d’interpretazione vista la presenza in cucina di alcuni dei nomi della ristorazione che negli ultimi anni stanno proponendo una Puglia gastronomica di rilievo, fresca e gaudente, rivisitata senza sembrare ascetica, una cucina solare, mai inutilmente barocca, che non dimentica i profumi ed i colori della materia prima pugliese divertendosi e meravigliandoci, senza neppure mai disconoscere il grande patrimonio della tradizione gastronomica pugliese, ma che la loro padronanza dell’arte li svincola dai polverosi dogmi gastronomici.
L’evento serale di Radici prevede i banchi di assaggio con in degustazione gli oltre 350 vini in concorso (e consiglierei di puntare più sulla fortuna, sui risultati del concorso e sui consigli, più che provarle tutte in una sola sera) e le postazioni del gusto di 7 chef pugliesi.
Il Gusto del Sud sarà interpretato da:
– Antonio Scalera, La Bul di Bari, che proporrà lo Sgombro affumicato con riduzione di cetrioli e lavanda
– Angelo Sabatelli, dell’omonimo ristorante di Monopoli, “Anelli di calamaro” con salsa tartara alla cipolla di Tropea
– Giovanni Luzzi, Le Giare di Bari, Cialledda pugliese con gambero rosso di Gallipoli
– Giuseppe Ciavarelli, La Claque di Molfetta, Hamburger di agnello lucano con foglia di alloro e spuma di olio extravergine di oliva
– Paola Ortesta e Salvatore Amato, La Cuccagna di Crispiano, Stracotto di capocollo, spuma di patate e croccante al timo
– Franco Laterza, chef resident di Masseria Caselli, Polpetta vegetariana su gazpacho di pomodoro
Insomma, Radici del Sud 2014, 6 giorni dove il vino e produttori sono protagonisti assoluti, 6 giorni dove donne e uomini parleranno diverse lingue, ma di vino, di terra, dove si faranno conoscenze e business o si gettano le basi per futuri intendimenti, dove ci scambiano biglietti da visita, recapiti telefonici e strette di mano, ma dove lo stesso spirito del vino lascia anche spazio alle amicizie, alle promesse di rivedersi a #selfie e foto di gruppo.
Ed in fondo credo che questa manifestazione trovi il suo più grande alleato nella stessa Puglia, perché permette a gli ospiti soprattutto stranieri di vedere oltre il bordo del bicchiere, arrivando a scorgere gli alberelli, i muretti secco, il mare, la pietra, la straordinaria luce di Puglia, l’arsura della terra, i maestosi ulivi e le brezze marine che rinfrancano dopo i roventi pomeriggi pugliesi senza ombre, il frinire delle cicale e le donne e gli uomini di questa terra e la loro naturale ospitalità, ed ancora il vino e il suo indissolubile legame col cibo.
Non è forse questa la dimostrazione tangibile di una Puglia e di un Sud che pur lontano geograficamente da alcuni importanti palcoscenici riesce enologicamente a dire la sua?
Tutte le info: www.ivinidiradici.com
a cura di Giuseppe Barretta