Sapore, la fiera di Rimini, è ormai un appuntamento immancabile per gli appassionati di birra.
Al suo interno, infatti, Selezione Birra (ex Pianeta Birra) è il momento dell’anno per la consegna di premi e per l’incontro di molti produttori artigianali.
E’ stata, quest’anno, l’occasione per riconfermare la qualità della produzione brassicola italiana.
Una qualità che si avvantaggia dell’estro tutto italico e dalla non aderenza totale agli classici stili, insomma il non essere patria natia delle birre lascia liberi di non temere i dogmi birrosi, pur essendo capaci di ottime birre dai canoni classici.
Si evidenzia insieme alla continua crescita qualitativa generale, delle fughe in avanti di alcuni capacissimi birrai, ormai fuori dal cono d’ombra dei “grandi padri-pionieri” della birra artigianale italiana. Insomma, sono cresciuti come è giusto che sia nella natura delle cose.
In generale una maturità che si ritrova nel bicchiere ma che deve essere sempre più confermata nella costanza.
Belle ed interessantissime sperimentazioni ormai divenute certezze con l’uso delle spezie “locali”, frutta, agrumi, matrimoni con il legno ed incontri ravvicinati con il mosto di uva, a rappresentare che non sempre è vero che parenti (botti e vino) vuol dire serpenti (ma ne riparleremo).
Ma chiamarle sperimentazioni ormai è un termine inopportuno, forse ormai sono le rappresentazioni di uno stile tutto tricolore, come usano dire gli inglesizzati un made in Italy, che spesso continua al di fuori dell’universo prettamente birraio, per ritrovarsi nei cioccolatini alla birra, nei tiramisù, nei panettoni, nei formaggi e persino nei salumi.
Birre che affrontano – chi bene, chi un po’ meno – perfino contatti con fermentazioni lattiche e/o acetiche (per invenzione estemporanea e come ricerca storica).
Strano? No, ci sta tutto in questo vasto ed un po’ anarchico mondo schiumoso. Insieme alla nascita di certe tipologie di birre, sicuramente crescerà il livello del consumatore, che da semplice bevitore timoroso e meravigliato di queste estremizzazioni, passerà ad essere un più attento conoscitore, e a comprendere e distinguere meglio ciò che realmente è un piacevole azzardo dal genuino aceto per insalata.
a cura di Giuseppe Barretta